In quel gran Libro della Prescienza Voluminosa leggono i Santi li Nomi nostri funestati sovente da' calamitosi vapori, co' quali gli oscurano le nostre colpe, & impetrando a queste il Perdono, da quelli ne scancellano le sciagure. All'impeto di quell'inesausto Nilo, che travasando da Triplicato Fonte non ha, che una Origine, e scorrendo sonoro rallegra la Città di quel Dio vivo, che si diffonde a' Beati, non divenuti questi Catadupi, ma raffinato l'udito, esaudiscono pronti le nostre richieste dolenti.
Come le Stelle, etiandio le più tarde, o di minor mole, ancorché paiano ascoste, non sono otiose a pro della Terra; così non v'ha nel Cielo Spirito alcuno Glorificato, che lasci di versar'alle nostre fervorose Preghiere salubri 'nflussi; tanto maggiormente, perché si trovano vicini a quel Polo acceso di Amore, sotto cui non alligna freddezza alcuna Settentrionale di Mondo.
La Bontà indeffettibile del nostro Nume, sempre adorabile, è tutta così eccessiva, che ha multiplicati gl'Intercessori, [15] per multiplicarci le Gratie. In quello Specchio tersissimo di Empirea Luce mirano, que' Venturosi Guerrieri, che vinsero la loro Carne ribelle; gli affetti nostri riverberati, quando non ribelliamo allo Spirito; e se col cuor si voltiamo a Dio, Essi co' gli occhi si rivoltano a noi.
Se tu stai per cadere, oh quante mani benefiche a sostenerti! Se ti trovi oppresso, e legato, oh quante braccia forti si stendono al tuo sollievo, & a sciorti! Se sei Infermo, oh quanti sono i Semplici, che ne' Giardini Eterni alla tua salute prosorgono!
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