Ecco un FILIPPO semplice perché divino, divino, perché semplice, ma collo Spirito dupplicato, che raddoppia le consolationi sovrane a chi supplichevole di sollecitarlo non lascia. Ecco un TADEO, che havendo Dio nell'anima più che nel nome, diè l'anima sua per Dio, in contrasegno, che a gara degli altri Apostoli così ben seppe amarlo, che si trasformò tutto in esso. Ecco un MATTEO, che godendo di haver lasciato per Christo così lucrosamente il telonio, Usuraio celeste con più fortuna, che non fu mondano, coll'haver trovato nell'Uno il cento, adesso conta il cento per uno. Ecco un SIMONE, che delitiando finite le pene, ancorato in una calma di Latte dopo [38] un naufragio di Sangue respira carico di trionfi, e sollevato da' suoi trofei. Ecco un MATTIA, che secondo l'opinione fondata dall'Alessandrino Clemente, fu il Zaccheo del Vangelo, asceso hora sull'albero della Vita vagheggiante il Redentore senza disturbo; e se quaggiù di Publicano divenne publicator del Vangelo, poiché li cadde addosso l'empirea sorte, come al contraposto di un Giuda fellone, hor lassù, con un raggio di luce non solo, ma con un pelago di splendore segnalato rifolgora. Ecco un BARNABA gran Trombettiero del Crocifisso non più sudante nell'Oriente, ma respirante nell'Orizonte. Ecco un LUCA più fortunato, & ingegnoso pittore colle pennellate degli sguardi intellettuali formar l'imagine di Dio vivo nell'anima sua senza scuri con le lacche oltracelesti dipinto in luminosissima somiglianza. Ecco MARCO alato Lione volante per gli spatij dell'Eternità interminabili, & in quel gran Zodiaco di lumi mostruosi per la santa bellezza, coll'haver'in sua casa il Sole, o pur perché in casa del Sol si trova risplendere per tutti i Secoli felicemente infiammato.
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