Non puoi trovar sol che dolcezza in BERNARDO, che colla spruzzata di latte virgineo, prudente Vangelico stillò il [45] mele più soave, che possano fabbricar le pecchie più ingegnose dell'Hibla Sacra; e dalla sua Chiara valle havendo sgorgati tanti splendori di Santità, e di facondia, hor da i colli del Paradiso divampa fulgidezze felici, siché può dirglisi in supplicarlo: illuminans tu mirabiliter a montibus, aeternis.
Innalza lo sguardo della contemplatione a quel gran campo di gigli tutto stellante, tutto di stelle ingigliato. Vedi lassù quell'AGNESA, che se fu Agnella in terra, hor è Agnola in Cielo, sempre seguace di quell'Agno casto, a cui se fu vittima già svenata, hora si unisce sposa felice. Vedi CATARINA colle sue ruote, che premon gli Astri, come trionfa, e tien sotto il piè luminoso fiaccato il capo del pervicace Mezentio. Vedi CECILIA, che inghirlandata di ligustri celibi, con melodioso concerto spiega canora la voce sull'organo della Beatitudine nella Cappella Sovrana; a cui la mano inneffabile di tre dita indivise, benché distinte, dà la battuta, & havendo agli occhi dell'anima armoniosa un registro regio, intuona senza nota le note, che non hanno cadenza, o fuga, semicroma, o sospiro. Vedi LUCIA, che divenuta tutt'occhio s'imprime tutta in quel Sole, per lo cui raggio acciecossi al mondo fulgidissima sluminata, e quanto più cieca tanto più amante di quell'amore, che tutto [46] è lumi. Vedi AGATA, che colle poppe quaggiù recise fu la vera Amazone del Crocifisso per combattere francamente; hora lassù colle mamme turgide fa pompa di un petto, candido più del latte, e pieno di quel buon Dio, che tutto è lattea dolcezza a' suoi nodriti Beati.
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