Vedi ROSALIA, che porta nel nome le rose, & i gigli nell'anima, formar da sé sola col diletto suo Christo candido come il Giglio, e rossegiante come la Rosa, una Primavera di Gloria. Vedi la fiorita Vergine DOROTEA, che colla sua rinomanza d'oro arricchisce di pregio le minere del Paradiso, e con man di calta coglie in que' giardini pensili fiori eterni. Vedi MONICA la gran Zenobia del Vedovatico Santo, che al bel meriggio della Carità havendo asciugate le lagrime, che furo le perle, onde fu impretiosito il Diamante di Agostino, divenuto al piagner della gran Madre, che regenerollo con gli occhi, di Dio amante, coll'aspetto sereno arride a chi mesto, ma confidato l'implora. Vedi FRANCESCA la gran Romana, che seppe cotanto agere, & pati fortia, così famigliare agli Angioli, che se gli hebbe compagni visibili in terra, hor gli ha corteggiatori ufficiosi nel Cielo. Honora le due ELISABETTE Reine, che permutate le Corone Regali nelle Spine del Crocifisso amato, regnano con più sicuro, e non efimero Impero sul trono [47] sublime della Beatitudine sfolgorante.
Oh quanto beneficio ti disgorga, o mio Lettore, da' Chiostri, ne' quali tanti Soldati del Crocifisso fanno le imboscate all'Inferno colle Virtudi, & argine alle piene innondanti degl'Infortunij colle Preghiere.
Uscì da questi quel Valoroso Campione DOMENICO, il Can Celeste della Cattolica Chiesa Custode, che co' suoi latrati terribili, e cogli assalti indefessi, perseguitò le Colpe mordenti, non men, che gli Heretici trafugati.
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