Anche là nella Gallia rinovellossi un Prodigio sì bello, quando fu dagli Heretici, sempre freddi, ancorché sempre fumanti, dato alle fiamme il di lui Mantello, che, avvezzo a coprir maggior fuoco in FRANCESCO, non abbruciato si estrasse, profilato con auree striscie da quelle vampe, che non ne morsero rabbiose un pelo, ma ne baciarono riverenti il lembo.
Non son di minor'energia le prove, ch'Ei fe' nel multiplicare provido i Cibi. Più di una volta senza fuoco li cosse, come seguì singolarmente in Paterno, pascendo più gli animi di maraviglia, che gli stomachi del nudrimento. Et ivi pure colla metà sola di un Fico, ch'indi non rimase scemato di un granellino, rese satolli vent'Operai [86] stupiti, perché parve appunto, che FRANCESCO havesse colto quel frutto dall'Albero della Vita. Crebbe in Corigliano l'ammiratione, dove satollò ben Trecento Operieri con un altro Fico, che nel fine di refettione sì strana, per l'interezza di FRANCESCO rimase intero. Tanto seguì di un Pane, onde vennero le fameliche brame de' medesimi Trecento un'altra volta appagate, dichiarandosi Egli coll'unir l'abbondanza al risparmio Economo vero del Paradiso.
E non imbandì FRANCESCO, Vivandiero Celeste un Pesce, preso con l'hamo della sua Fede, in quell'acque, che son sopra i Cieli, per un improviso Convito, apprestato alla Marchesa di Arena, alla Comitiva della medesima, ponendo sopra la Tavola diece Pani, cotti dalla Providenza nel Forno, a quel punto crudo, che si trovò dalla nobil'Hospite sovrapreso? E dal suo Convento di Paterno non rimandò ben pasciuta, ma non satia di benedirlo, con poco pane una gran moltitudine accorsa ad ossequiarlo?
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