Era Egli, di poco salito ad accrescer fomento alle Fiamme Empiree col suo Spirito, tutto impinguato di Carità, quando scese nella Città di Loxa in Andaluzia, per favorire colla sua Visita secondo la promessa, che gli ne havea fatta per lettere, il Gran Capitano D. Gonzalo di Cordova. Scrivo di quell'Invittisimo, che visse intrecciato di Allori il crine, e morì (oh Peripezie dell'Incostanza Mondana!) di Cipressi coperto il Cuore. Ma FRANCESCO, verace Amico gli si presentò al capezzale, cambiandogl'in tante Palme, corroborando quel Petto heroico coll'abbondanza pretiosa de' cordiali raccordi, accioché, il Prode Campione, dopo tante Vittorie non si curasse d'altro Trionfo, che del Celeste. Tanto Egli fe', & allo sparir di FRANCESCO restando cogli occhi pieni di luce in questi luminosi sentimenti proruppe. O mio Santo, o mio caro, o mio Prodigioso Avvocato. Hor Io muoio contento, non più di dolor, ma di gioia, che mi rende pretiosa la Morte, poiché voi colla vostra comparsa a liberarmi da questo Mondo Nemico, mi acceleraste la dipartenza, mentr'Io dispongami a seguitarvi sulla traccia de' [111] vostri raggi. Più non pavento l'ombre Infernali, dissipate dal vostro fulgido aspetto: più non curo le Larve Mondane, da voi disperse nella mia mente da' vostri chiari consigli. Andiamo Gonzalo, andiamo, che se FRANCESCO ci è guida, non potiamo certo terminar, che nel Paradiso.
Alla stessa maniera accorse il Santo in Amiens ad un celebre Avvocato del Parlamento di Parigi, il quale non havendo potuto vincere contro alla Morte la lite commune, havea già perduta la parola, di cui tanto prevaglionsi arditi, quelli di così degno Esercitio, nel Foro strepitosamente facondi.
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