La Gallia, che die' a FRANCESCO la Tomba, come posseditrice della maggior parte di Esso in quel Deposito di Penitenza, può ben vantarsi, che non le sia funesto un Sepolcro, da cui, come dall'Arca del Testamento, le travasano tanti Beneficij Celesti.
Anche di là della Zona Torrida passò l'ardore di questo Luminare Benefico. Gemeva sotto flagel di ghiaccio, punita dal Cielo nel suo Territorio l'Havana, Città dell'Indie Occidentali nel 1628, e parea, che là, dove solevano lussureggiare Pomona, e Cerere, havessero ceduto [138] il Talamo in Campo a Tesifone, & a Megera. Si risolve per tanto quell'Adunanza di procacciarsi dalla Sorte uno Scudo Sovrano, che schermisca il Paese dalle frequenti, non men di frementi tempeste. Muove pietosa l'Urna le Schedolette confuse, impresse de' Santi Nomi di que' Venturosi Beati, che senza confusione schierandosi in Cielo vengono dall'Ecclesiastico Rito nel giro di un Anno solenneggiati. Ed ecco di neto fanciullo candida mano per l'Innocenza fiorita, se non se per la pelle adusta, estrarre IL GLORIOSO S. FRANCESCO DI PAULA a' 2 di Aprile. Ristanno quelle Turbe sospese, e perché tenebrose, non men ne' cuori, di quello, che sieno ne' volti, di così fulgido Sole non hanno sol che un barlume; onde credendosi più sorprese dal Caso, che favorite dalla Ventura, riggittano il Bullettino nel Bossolo, e dopo haver questo ben'isconvolto commettono un'altra fiata alla prova il successo, la Divotione alla Sorte. Esce di nuovo il Nome del Santo a ricondur seco più in fatto, che nello scritto l'Aprile; onde alla raddoppiata comparsa riconosciuto, rischiara, e felicita quell'offuscato, & infausto Clima.
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