Cresce il Meriggio senza un'ombra di compassione a sferzar co' raggi la terra, e la Fede si accende più che non fe' mai a gareggiar coll'ardor più, che prima intenso. Mentre tramonta il Sole spunta la Divotione delle Turbe anhelanti, colle faci alla mano colle palpèbre piovose, per provocar a pietà le [143] Stelle, corteggiando un altro, ma più bel Sole, nella Figura di FRANCESCO sorgente. Oh mirabil Peripezia! Appena dalla Chiesa de' Minimi passa portata per que' vicoli dalle preghiere sonori l'Imagine dell'Implorato, ch'Ella sembra un'Jade sorgente della pioggia foriera. Tanto seguì per appunto. Veloss'il Cielo ad un tratto, e col nascondersi mostrossi placato. Cominciò l'aria cogli spruzzoli inhumidita a scherzar piacevole pria, che la Statua acclamata fosse introdotta nel Duomo. Non così tosto fuvi adorata, che non più per ischerzo, ma con traboccanza inondante, versarono le Nubi l'acque salubri. A così lieto preludio volle quell'Arcivescovo, che rimanesse per alcuni giorni, esposta all'adoratione commune l'Effigie del Santo, cagione dell'universal Beneficio. Perseverò la pioggia coll'Oratione; ma già stanche di pregar le ginocchia, non però i Cieli di piovere, perché di soverchio haveano i prati bevuto, intimò il buon Pastore Macino la restitutione della Sagra Imagine al proprio Nicchio. E pur a tal funtione raddoppiossi il favore di un Astro così propitio, perché comparso appena di ritorno al suo centro cessarono l'acque, e ricominciaro gli applausi: Si dileguaro i vapori, ma non isvaporarono i Voti: rasserenossi l'Aere, e rinverdì la Campagna: Arrisero gli Elementi, e risero i Colli; e [144] se fu benefico il Cielo, fu FRANCESCO il Benefattore.
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