Hor continuando ne' Grandi successori la relatione pijssima, non cessò mai ogn'uno di essi di tener FRANCESCO nel cuore, e di portarlo sul capo. D. Giannettino Doria non degenere figlio di quel D. Carlo Duca di Tursi Generalissimo del mare, Intrepido come il Padre, che fu ne' naufragi un Cesare, e ne' conflitti un Alessandro: Aquila nell'onde, e Generale della Squadra di Sicilia non mai soleva scioglier l'ancore alla partenza, che prima non fosse a prender inginocchione curvato, dovunque fosse, dal Superiore de' Minimi la [154] benedittione, praticando il medesimo stile dopo haverle gittate.
Entri qua hora a decorar maggiormente i Fasti del mio prodigiosissimo Padre quell'invitissimo, quell'immortale, quel grand'Ambrosio Marchese Spinola: quello, che non professò mai altro commercio, che con la Gloria: quello che fu il Ligustico Marte, non so se più prode in istringer'il ferro, o se più prodigo nello spander l'oro, che innesausto come il suo nobilissimo Sangue con tanta fulgidezza hereditario egli possedeva: quello che col rimbombo del suo nome tonante fe' tremar l'Olanda, e colla chiarezza del suo gran consiglio illustrò impareggiabile la militia: quello, che sollevò col suo governo così rinomato i Paesi bassi, e fe' pullular'al suo capo gli allori nel Settentrione, alla sua mano le palme nell'Occidente, quello di cui per bandir le geste sono fievoli, e scarse della Fama le trombe, poiché il valoroso, e l'assennato Guerriero superò gli Achilli colla bravura, il Milciadi co' Trofei, & i Temistocli con le vigilie; quello finalmente, che redivivo si ammira hoggidì nel suo gran Pronipote D. Paulo Marchese Spinola, Duca di Sesto, Governator di Milano.
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