Francesco Serra, che a tante Lauree sue militari (ed oh come intempestivi, e così tempestosi) intrecciò i cipressi ferali. Gran Soldato di petto Hettoreo, di cuor Cesareo; d'animo Epaminonda, d'ardire Lisimaco, di Prudenza Leonida, e di Religione Carlo Magno eguagliando, fu di FRANCESCO tanto invaghito, che lo chiamava la sua sentinella, e ben sovente ne fea correr di notte il nome per i quartieri, riputandolo per tante prove l'intelligenza della sua Militia, & il Cherubino infiammato delle sue Truppe custode.
Purpureggia qui per ultimo Serto de' Fasti Liguri abbreviati, per coronare FRANCESCO la gloriosa memoria dell'Eminentissimo Cardinal Durazzo, la quale dura, e durerà sempre intagliata ne' Cedri del Libano eterno. Egli è frutto purpureo di quel generoso Pedale, che diramandosi in palme, frondeggiando in lauree, spolpandosi in Pastorali, & intrecciandosi in corone, carico di frutti di merito serve alla Virtù di ricovero con l'ombra sua luminosa. Stefano inghirlandato dal proprio nome, che fe' al fulgòre della sua porpora, ma più al lampo della sua pietà arrossir'il vitio, & impallidire l'Invidia: Degno di quel concetto con cui la Fama per accreditarsi veridica il divolga [157] per lo più candido nella Vita, che spirasse all'aura di questo Secolo così macchiato: per lo più heroico nella morte, che trionfasse con gli affetti del Mondo vinto. Morì appunto come FRANCESCO stringendosi al Crocifisso, che portò sempre fisso nella sua mente, Croce sulla quale dalle Virtù veramente in lui Cardinali gli venne inchiodato il timor di Dio, & il zelo del culto celeste.
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