A portar qua di Bologna le Glorie si stancherebbe non solo della mia penna la fievolezza incurvata, ma sì piegherebbe anche la clava herculea de' più facondi Alcidi, che reggano le sfere dell'Eloquenza. È quella gran Città un regolatissimo Cielo, a cui mai non manca un purpureo cardine, che la sostenga. Sono que' gran Cavalieri Astri così fulgidi, che ancora risplendono in faccia al Sole. Quel maestoso Senato è composto tutto di Stelle benefiche, e così chiare, che mai non fan movimento, che non influiscano luminose. Splende fra queste il gran Senator Carlo Luigi Scappi, di cui può dubitarsi [187] se sia più saggio, o più pio; più huomo, o più gentile; più luminoso, o più sodo; più direttore, o più retto. Per lui ha Felsina il suo Seneca, com'hebbe in Roma, il suo Solone come la Grecia. Egli è un Quaranta, che val per mille; e se più d'una volta fu Confaloniere della sua Patria può esserlo sempre della Virtù. Questo fugace, ma veridico Elogio, tributo della mia ossequiosa obligatione, non giunge ad un merito, che per esser'interminabile non può ristringersi nell'angustia di quattro linee. Fugge le lodi chi è solito d'encomiar sé stesso con le opere, e le geste d'anime grandi sono periodi più sonori, che quelli dell'aureo Panegirista del gran Traiano. Tacio perciò i pregi de' nobilissimi Marchesi Camillo Senatore, e Giuseppe gran Croce de SS. Mauritio, e Lazaro dell'insigne Famiglia Paleotti, e di tante altre generosissime stirpi, che con singolarissima Divotione si curvano a FRANCESCO in Bologna, non con affettata pompa di affetti, ma con affettuosa sincerità di preghiere.
| |
Bologna Glorie Alcidi Eloquenza Città Cielo Cavalieri Astri Sole Senato Stelle Senator Carlo Luigi Scappi Felsina Seneca Roma Solone Grecia Quaranta Confaloniere Patria Virtù Elogio Panegirista Traiano Marchesi Camillo Senatore Giuseppe Croce Lazaro Famiglia Paleotti Divotione Bologna
|