Ad Alessandria, che generosa secondo il suon del suo Nome, ma più valorosa secondo il tuon del suo grido, quanto più attiva, tanto più resistente, hebbe più lancie che paglie per discacciar il nemico, c'hebbe più paglie negli occhi, che lancie nelle mani quando la cinse, mercè che FRANCESCO entro ad essa rinchiuso, non vuol esser assediato con arme, ma con preghiere: A Pavia, che havendo nel Tempio di Marco in FRANCESCO un Lione fe' ritirare sovente il Gallo, & abolì col contrario effetto l'Historia mendace, che s'intimorisca a fronte del Gallo, benché Re de' Piumati il Lione Re delle Fiere.
[196] Viterbo, che dalla Vite trahendo il nome appresta continuate vendemmie di divotione all'agricoltore sovrano, havendo nell'Eminentissimo Cardinale Brancacci un così provido Vignaiuolo, si appoggia per innalzarsi pampinosa, e fruttifera ad un Olmo così sublime di Santità come FRANCESCO, che stende i proteggenti suoi rami così profusi sovra le Stelle; E quel gran Porporato, che colle sue virtù fulgidissime le innamora, così sviscerato il cole, che delitiando nella fioreggiante memoria delle di lui geste ammirabili, condisce quasi sempre la frugale sua mensa colla leggitura di quelle, forse perché allo stupor della mente s'istupidisca il palato, e la bocca attonita più s'apra dalla maraviglia inarcata, che al cibo intenta. Così havendo un Parco alla sua tavola verticale vuol, che l'astinenza sua Economa gli trinci le moderate vivande, le quali attinge con sobria mano: con quella mano, che sapendo pescar l'anime colle gratie, si è resa degna di quell'Anello Piscatorio, che nel suo breve giro compendia la vastità delle sfere, e colla sua pietra viva, simbolo del Redentore, fortifica incrollabilmente la Chiesa Cattolica, a cui communica la fermezza sua vigorosa.
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