Impolverata i capelli, ti gittasti la polve negli occhi più, che sul crine, poiché non vedesti i tuoi precipitij; e coperta di seta, & adorna di Gemme, fosti tanto più nuda, e povera nell'interno, quanto meglio apparisti nell'esteriore addobata. Oh te felice, se tanto studio havesse consumato il tuo Genio in abbellire l'anima tua quanto tempo perdesti in coltivare il tuo corpo! Hor, che cominciasi ad infienare, dov'è il frutto, dove, di tanti fiori? Ti penti di haver peccato; ma più forse ti affliggi di non poter più peccare. Consideri, che tutta tua Vita passò come un'ombra, & hor'apri gli occhi al Cielo, giaché comincia a non più mirarti la Terra. Sospiri curva agli altari, non so se più dalla debolezza degli anni, o per la Divotione degli affetti. Vedi sfiorita la tua Giovinezza, e non piagni le colpe passate, ma le sciagure imminenti. Se ti fosse data balìa di chiedere, o di esser rinovata d'età, o d'esser'assoluta dal reato [277] de' tuoi Delitti, non metto in dubbio, che accetteresti più che il secondo, il primo. Questi tuoi ricorsi a Dio son più, perché ti conservi la Vita, che per impetrarne la Gratia. Hor, che comincia ad albeggiar il tuo pelo, vorresti poter'imbianchire il tuo cuore; ma se per tanti anni vi fe' fuoco l'Amor Profano, altro vi vuol, che una man di latte per abolire tanta caligine. Quante son le tue macchie, tante han da essere le tue lagrime; e quante acque stillasti per mantener succoso il tuo bello, tante dei lambiccarne per incandidir'il tuo Spirito denigrate.
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