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      Se fu in te la Sagra fame dell'Oro più che non fu la sete della salute del Prossimo. Se intrecciasti il Mirto alla Mitra, e l'Ellera al Pastorale. Se in vece di perseguitare il Peccato per estirparlo, perseguitasti il Denaro per possederlo. Se la tua Cancelliera fu l'Avaritia, e non l'Equità. Se la tua Famiglia fu sordida, e non Innocente. Se le tue Visite durono Caccie di Monete, e non d'Anime. Se li tuoi Scudi furono della Scrittura Doppia, e non della Semplice. Se trattasti di accumulare più contanti nell'Arca, che Anime al Paradiso. Non più; che basta la tua Coscienza più, che [279] la mia Penna a traffiggerti per farti ravvedere, e tornar'in dietro, prima di produrti a chieder a Dio le Gratie per l'interpositione del nostro Santo.
      Se sei Ecclesiastico indegno del Grado dignissimo, esaminando i tuoi falli commessi, prima di esibirti a FRANCESCO, procura di corregerli con emenda opportuna, per non incontrare una giusta ripulsa. La tua Ignoranza nodrita dal regalo, la tua Vita passata fra le delitie, la tua rilassatione ampliata dalle commodità, tutt'altro, che Gratie debbono chiedere a Dio, se non procuri di essere qual'esser dovresti. Fosti Scandalo vivo col mal'Esempio: fosti Pecoron morto col mal'odore. Osasti mescere diferenze così contrarie come il Ministero di sagro, e la Profession di Profano. Scialacquator del Sangue Divino, bevesti la morte al Calice della Vita, mangiasti le tenebre alla Mensa del Sole. Nodrito dell'Agnello Eucaristico divenisti ogn'hor più Lupo famelico; e del Pane degli Angioli pascendoti, come un Cane, latrasti più, che non pregasti, nel recitar indevoto la Santa Messa; & in offerire quel Sagrificio incruento, non ti mondasti in quel Sangue purissimo, che lava tutte le macchie, e leva tutti li nei dell'Anima, che dalla Gratia è condotta ad un bagno sì salutare; ma t'intridesti colla stessa purità, ti oscurasti colla luce, ti avvelenasti [280] coll'antidoto, ti ammalasti colla salute, ti feristi col balsimo, ti danneggiasti col rimedio, e ti uccidesti colla Vita.


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I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula
di Francesco Fulvio Frugoni
1681 pagine 413

   





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