Se sei un Regolare solo di Nome, fa un circolo della tua riflessione, col ritornare in te stesso, e vederai, che nel Chiostro non sei più, che un numero, un Zero. Et a che unisti, o inutile Giornaliere? Perché stai qui tutto dì otioso, e non fatichi nella Vigna Vangelica? Lasciasti il Secolo, o pur lo portasti teco? Sei un Vomito del Mondo, che come inutile rifiutotti; & a guisa di corpo morto, fosti gettato su queste rive per ammorbarle, ne' tuoi costumi fetente. Ti strinse un cingolo i lombi all'hor, che doveva una corda strignerti il collo, perché mentisti quando giurasti al Signore d'essergli fido, poiché tante volte l'offendesti, quante il tradisti. Il Tradisti perché gli promettesti la Povertà volontaria; ma dopo di haverla lasciata nel Secolo, da cui ti discacciò la necessità, unisti a Saccheggiar'un Commune intero, & ad usurparti ciò, che non è tuo, mietendo ciò, che non seminasti, e raccogliendo ciò, che coltivar non sapesti. Sei un gran Bue, e pur ti mostri tanto nemico del faticare, che non puoi sopportar'il gioco, e strascinando l'Aratro, non sai tirare solco diritto. Meglio dirotti un Somiere, già che vai: sempre colla carica, più delle tue colpe; che de' tuoi Governi, ne' quali [281] t'intrudi, colla Politica del Demonio, che non reca solo, che fumo. Perché non sai esser Pecora nell'Innocenza, procuri d'esser Pastore coll'Ambitione; e perché sei vano, e fumante galleggi, & ascendi. T'inorgogli fastoso, e non ricordandoti de' tuoi Principij, che furono così bassi, benché originati dalla Montagna, appunto come disceso da un Monte hai sempre in testa il fine di sovrastare.
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