Dov'è il tuo Silentio, se come le Vespe ronzando t'aggiri ogn'hora, e come i torrenti sassosi non sai camminar senza mormorio? Dov'è la tua Humiltà, se non havendo alcun Merito, cerchi con tutte l'Arti di haver ogn'un Suddito, e non essendo, che spuma sempre sovrasti? Dov'è la tua Oratione, se altro non mediti, che il mantenerti in posto, altro non rumini, che di tenerti in piedi, altro non pensi, che di goder il presente, e di aspirar al futuro Dominio; & in vece di procurare d'esser sinceramente perfetto, sempre con inganno procuri d'esser Prefetto? Dov'è la tua Ingenuità, se ti rode l'Invidia dell'altrui Virtù, e [283] come Nottola fosca guaisci, perché non puoi soffrir gli splendori dell'altrui Merito? Dov'è la tua Semplicità, se vai sempre colla maschera, doppio nel cuore, doppio di volto, Scorzone
di molte scaglie, Anfesibena di due teste, Camaleonte di più colori, Serpente di numerosi raggiri. Dov'è la ritiratezza, se Vagabondo trascorri, errante di piè, come d'intentione, e per esser'Individuo Vago, sei così bruto, che chiunque ti mira, si stomaca. O Mostro degenerante dalla tua Specie, deh mira come mal comparissi così diverso da tanti, che la decorano. Fissa l'Attentione in tanti ottimi Religiosi, che spirano Maestà nell'esser Humili, la Purità ne' costumi, la Santità nelle Opere, & il Sapere nelle Fatiche. Non Simulati, non Hippocriti, non fumosi, non tramanti; ma schietti, sinceri, luminosi, e retti, e pur non bastano co' loro chiari riflessi ad imprimerti nel viso il rossore.
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