I tuoi guadagni ti ferono perdere; le tue Contrattationi ti resero intrattabile, le tue Merci ti caricarono più la Coscienza, che il Fondaco, le tue Monete ti comprarono la Dannatione, le tue Fiere ti ferono divenir una Fiera co' Poverelli, i tuoi Conti ti ridussero a non far conto dell'Eternità, i tuoi Cambi ti cambiarono in huomo animale, che non capisce il Negotio, che più importa, le tue Usure ti ferono per la temporanea Sorte smarrir l'eterna, i tuoi Monopolij ti cospirarono contro, più che tu non festi co' tuoi adherenti contra il ben publico, i tuoi numeri si convertirono in Zeri, perché sommando bene dopo havere perduto il Cielo dedurrai un Nulla. Dunque fa il conto meglio, & intendi quella gran Massima del Crocifisso. Quod prodest Homini si universum Mundum lucretur, animae verò suae detrimentum patiatur? Acquistar' tutto il Mondo, e far gitto dell'Anima, oh che delirio! Ben pur, se puoi loto il Rio della Plata, che sempre sarai [288] tormentato dalla Sete dell'Avaritia; ma quel, ch'è peggio dalla Fame di un Dio, che doveva esserti l'alimento più sustantioso nell'altra Vita. Nell'altra Vita, oh Cielo! Ma se tu non la credi, e tutto il tuo pensiero si fonda in questa, che mentre ti piace fugge, e mentre ti arricchisce ti spoglia. Ti spoglia della Gratia, Tesoro così pretioso; e pur da te sì negletto. O delirio! O Scempiezza! O milensagine! Deh cangia di partito, e non volere, per lasciar'agiati gli Heredi, incommodart'in eterno. Dimanda a FRANCESCO la tua Salute, che questo è l'affare, che più ha da premere a chi è creato per la Gloria, e non per la Terra.
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