Iddio non sol si compiacque di appicciolirsi nell'Incarnatione, ma volle ridursi ad un minimo Indivisibile, perché nel tuo cuor'indiviso tu l'accogliessi. Di Creatore si fe' Redentore, di Redentore Alimento di Pastore divenne Agnello, di Agnello si cangia in Pane. Oh che Pane di Vita a Chi degnamente se ne nodrisce! Oh che Pane di Morte a Chi sacrilegamente se ne fa Cibo! Cibo d'ogni sapore, disceso dal Cielo, come la Manna, in cui [296] si gusta in epilogo tutta quella Dolcezza, che nella Beatitudine coll'Intelletto chiarificato si gode. Pegno della futura Gloria, che tanto vale, quanto la Gloria medesima. Questo è il Favo, che in quattro parole distillò dalle labbra dello Sposo dell'Anima. Questa è la Mammella, onde succhiano latte i Regi. Questo è il Fonte, a cui bevono per refrigerarsi gli assetati del Paradiso.
Prima di attuffar il tuo Spirito in quell'acque della Gratia, che ne dirivano, considera, che sono queste, come quelle del Nilo, che correvano torbide, e sanguinose all'Egittio, limpide, e salubri all'Hebreo. Se sei uno Scarafone non riposare su questa Rosa, dal cui candore puoi ben comprendere, che per libarla dei haver la purezza di un'Ape Verginale, che ne succhia il mele, quando il Ragno ne trahe il Veleno. Il Sol Divino si veste dell'Alba monda negli Accidenti, a dinotare quanto delle tenebre sia Nemico. Se sei una Nottola non ti appressare, che ti trafiggerà quella Luce, che alletta le Aquile. Un Cibo è questo, che si converte in Medicina a Chi si trova ben preparato, & in Morte a chi è pieno di humor peccante.
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