Oh come FRANCESCO corse fra' primi anhelante, benché dalle Penitenze sfiancato, a cercar'il suo Signor sulla Croce, per imprimerlo a sé tutto nell'Anima sua, morto al Mondo, e Mortificato al Diletto. Non mangiò mai Carne, perché nodrissi sempre di Spirito. Si scordò del Latte, perché succhiollo solo Bambino. Il Pane duro il sostenne, per esser'Egli nemico della mollezza, L'Acqua pura gli piacque, perché considerolla come Istrumento, e Simbolo della Gratia. Infermo aggiunse l'Herbe col pugno scarso alla Mensa parca, com'espressive delle Speranze, che il ravvivano, mentre mortificava il proprio Appetito. Gustò tal'hora qualche campestre Legume, perché di Natura Provida frutto Minimo.
I di lui piedi furono sempre nudi, perché seguaci di Christo inchiodato. I di lui affetti furono sempre inchiodati, perché seguaci di Christo nudo. Cercò colle piante le spine per coronarsene il capo: Portolle di continuo serrate d'intorno a' lombi, per assieparne i suoi Gigli puri; Se ne cinse il Cuore, perché fu [318] Cuor di FRANCESCO il Crocefisso spinato.
Della Terra Ei non volle, che quanta bastogli a corcar il suo Corpo, per haver sempre, non sol sotto gli occhi, ma anche sotto le membra, il Sepolcro. Un Sasso servilli da capezzale, per fondarvi sopra la sodezza de' suoi pensieri. Così vide novel Giacobbe discender gli Angeli per gli gradi delle sue Meditationi, e Dio sulla Scala della Penitenza, che il benedisse, con tutto il suo Seme Spirituale. Tal'hora si adagiò su i Sarmenti, perché non servono ad altro, che a nodrir vivo il fuoco.
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