Ah mio gran Peccatore, voi, che vivendo tanto Mortificato vi ravvolgete fra le Spine, offerite a Dio quelle punture, chevi traffissero, per abolire in me quelle
Morbidezze, che mi distraggono:
Così sarò degno di compassione,
purché voi per me presentiatela vostra Passione, cotanto
simile a quella delCrocifisso.
[323]VENERDÌ
TERZO
DEDICATO
ALL'AMOR DEL SANTOVERSO DIO.
Non si può meglio esprimere l'Amore dell'Huomo a Dio, che nella figura del Crocifisso.
Eccoti Gesù sulla Croce, che delle sue braccia formando un Arco, e del suo Spirito una Saetta, colpisce il cuor dell'Eterno Padre, per renderlo di sdegnato contra la Colpa, all'Humana Natura Pietoso.
Nudo si mira, perché l'Amore gli ha fatto depor le vesti, per entrar in lotta colla Giustitia Divina, e superarla cogli sforzi della sua Carità valorosa.
Ah, che ben volentieri si fe' Vittima, e Sacerdote per supplir'il difetto del nostro Affetto, sacrificando per noi tutti freddi, e sacrificandosi per noi tutto fuoco. Ma chi appicò mai tanta fiamma a così sovrano Holocausto? Non altri, che l'Amore colla sua Face. Chi legò la Vittima con [324] tanti scorni, che l'infucò con tante ritorte, chi strascinolla con tanti lacci? Non altri, che l'Amore colla sua forza. Chi scorticolla colle sferzate, che l'infranse colle percosse, chi la confisse sopra di un Tronco, chi svenolla con tante Piaghe? Non altri, che l'Amore co' suoi ordigni. L'Amore contorse le Corde per legar Gesù nel Getsemani: L'Amore colla sua fiaccola guidò i Sicarij fra l'ombre ad imprigionarlo: L'Amore il precipitò nel Torrente di Cedronne, per refrigerar'in quell'acque sagre tanto ardor di patire: L'Amore il condusse a' Tribunali dell'Impietà: L'Amore lo spogliò delle fruste: L'Amore il fe' comparire con una canna alla mano, coperto d'ostro ignominioso, scettrato Re de' Dolori: L'Amore colse le spine per fargli cerchio funesto alle tempie afflitte: L'Amore fabbricò i Chiodi per conficcarlo sopra di un Legno: L'Amore formò la Croce per innalberarlo sopra di un Monte: L'Amore mietè la Mirra per abbeverarlo nel suo deliquio: L'Amore temprò la Lancia per trapassargl'il Costato dopo la Morte: L'Amor finalmente fu quello, che in figura di un Angelo gli presentò nell'Horto il Calice della Passione, e fegli nel Calvario, col consumatum est, dopo di haverlo Christo tutto bevuto, chinar il capo.
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