Sorda non più, non più sordida lasciò l'Arte nera de' suoi fumicosi Prestigi, mentre sentì le voci, de' Divini Precetti.
Di tal maniera FRANCESCO, a tutti coll'Apostolo si fe' tutto: e riputò quel tempo perduto, in cui non ampliò al Crocifisso le Truppe, e non iscemò le Falangi all'Inferno. Deh come logorò le ginocchia sul suolo, fatto immobile Statua nell'Oratione, per disimpetrir tanti cuori nella colpa indurati. Scarnificò le sue spalle per provocar la Misericordia con l'ossa nude ad assolvere i Rubelli del Cielo. Trafisse le sue Viscere co' Cilicij, [336] le sviscerò co' sospiri, per impetrar la Salvezza de' Peccatori.
Ma tu, che fosti sempre tutto l'opposto, e sempre festi al tuo Prossimo il Trabocchello per precipitarlo nel Baratro, perché a tanto fuoco non ti arrossisci? Se sei stato un'Anima vaneggiante, deh qual incendio non cagionasti nella Città, al brillare di tue pupille, che scintillando accesero così vane; & a guisa di Lucciole andarono sempre vagando per l'aria a farti correr dietro que' tutti, che come fanciulli insensati pendettero cogli sguardi dalle tue Mamme, le quali, come Lamia, snudasti per allatar impudicamente tanti, che come fossero tuoi Cagnolini dietro ti corsero.
Impura, che dirai tu, se quanto più bella in viso, tanto più brutta in mente, anche nel Tempio profanato da' tuoi sozzi Amori, tingesti tanti col fumo de' tuoi pazzi capricci? Et a' piè della Vergine vera Minerva, andasti girando il capo come Civetta, per uccellare que' molti, che ti ferono intorno con petulanza sacrilega, in faccia del Re de' Reggi, il corteggio?
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