Ahi quanti smarrirono il vero Polo per seguir le tue Stelle, Callisto oscena, che osasti condurre colle tue striscie impudiche, i vaporosi affetti di tanti cuori a coprir irriverenti la faccia del Sol Divino?
Consimilmente ragiona (o Lettor mio) [337] se festi il mestier di guadagnar seguaci al Demonio, che ha tanti Procuradori, quanti son quelli, che spingono, o coll'Esempio scandaloso, o con Consiglio perfido, o coll'Adulatione fallace l'Anime incaute a prevaricare. Dunque non ti appagasti di perder la tua, senza multiplicarne il Reato, col promover Complici de' tuoi Delitti, dilatando non gli spatij della Carità verso il Prossimo, ma del Peccato contra di Dio.
Gemi dunque in te stesso, o cuor deluso dalle tue arti nefande, e non sia fugace il dolore come il diletto di veder altri nella tua pania inveschiati. Ah, che ti penti, e menti, se non son fissi i tuoi Pentimenti. Risarcisci dunque i passati Danni col procurar al tuo Prossimo presentanei guadagni; e sei vuoi trovar le Gratie, che cerchi, cerca di trovar l'Anime, c'hai perdute, e di ridurle insieme teco, escrimendo questi tenerissimi.
AFFETTI AL CROCIFISSO.
Mio Dio, tanto Sangue, tante Pene, tante Piaghe? E perché? E per chi? Per riscattare li vostri Schiavi: Et Io sono stato, così sovente un laccio da imprigionar tanti miei Fratelli? Ah mio Pastore Amoroso, voi vi feste scorticar per le vostre Pecore; & Io mi sono ingegnato di metterle in bocca al Lupo? Alla vostra Greggia [338] doveva Io ridurre le traviate; e pur le ho condotte al Macello?
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