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      Deh chi potesse haver condecente il fervore per appressar'ardente la bocca a quel Carbon Mistico, che purificò, ancorché solo in figura, l'immonde Labbia di un Esaia, & infiammò cotanto le viscere di FRANCESCO amorose!
      Oh quali furono le Dispositioni di lui [350] ad introdur nel suo Stomaco riverente una Forma così ineffabile! Divampa fuoco da gli occhi, quando si appressa alla Mensa del Sole, che l'accende Serafino Humanato che tutto divinizandosi nell'oggetto goduto, stende l'ale del cuore per abbracciar'il suo Dio velato degli accidenti. Sotto di questi considera meditando quella sostanza infinita, ancorché ristretta, & immensa, benché indivisibile, la quale per tutta l'Eternità, con alimento beatifico mantiene gl'Intelletti Beati. Mentre si ciba nel suo cibante si cangia. Non sai discernere, s'egli più viva, che solo a' sospiri. La palpitatione del cuore lo fa parer più tosto moribondo, che vivo, dopo haver mangiata la Vita. Nel breve Circolo di quell'Hostia raccogliendosi il di lui Spirito abbandona il di lui corpo, che scade, in amoroso deliquio, e mentre lascia, sul suolo trambasciata la salma, l'Alma sen vola al Cielo col suo Signore, così avvolticchiata con lui, come un altro Giacobbe, che mai nol lascia senza esserne benedetto; anzi perché sempre lo benedice nol lascia mai.
      Vola sovente estatico sopra la terra, perché il sollevano gli Angioli, come animata Pisside, in cui adorano il loro Pane. Fu sempre solito FRANCESCO a riceverlo tutto tremante, per confermarne il suo cuore tutto divoto.


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I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula
di Francesco Fulvio Frugoni
1681 pagine 413

   





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