Ardisti Nottola opaca di sostener'i raggi di questo Sole. Entrasti Cornacchia nel Nilo delle Colombe. Non havesti l'Habito Nuttiale della Virtù, e t'intrudesti alla Mensa del Paradiso?
Oh Miserabilissim'huomo, dal tuo proprio senso disumanato. Vivesti da Bruto, e poi pretendi di cibarti da Angelo. E perché ti avanzi a baciar il Figliuol della Vergine, con que' stessi labbri, co' quali baciasti la Figliuola di Venere? Sei Scarafaggio nero, & hai ardire di metter la bocca impura sopra un Giglio sì candido? Sei un Corbo satollo di carne, e pur t'aggiri alla Mensa dell'Aquile, dove si pasce lo Spirito. Sei un Giuda, & osi baciar'il tuo Dio, non per amoreggiarlo, ma per tradirlo. Sei un Verme di Morte, e metti il dente nell'Albero della Vita. Sei un Mastino, & osi lacerar colla bocca immonda così pretiosa Murice. Sei un Serpente, che strisci sempre sopra la terra, e presumi di entrarne con tante scorze, senza deporle prima, nella caverna della Maceria. Sei un Ragno, e t'inoltri a succhiar veleno dove [353] succhiano le Api il mele. Sei un Lupo del Demonio, e ti fai pascolo dell'Agnello di Dio.
Ah cangia, cangia la spoglia peccaminosa, di cui ti vesti, se voi gustar degnamente il cibo, di cui ti nutri. Deh non mangiar più il tuo Giudicio, con mordere così sacrilegamente il tuo Giudice. Preparati a riceverlo degno in forma di Pane vero, se non vuoi provarlo severo in forma di Giove, non favoloso, quando verrà di fulmini armato ad incenerir tutto il Mondo.
Deponi l'Huomo vecchio, per vestir l'Huomo Dio.
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