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'alessifarmaco contra la Libidine, che tanto predominio ha nel Mondo, è il Crocifisso, che tanto patì per l'Impuro. A quest'Hidra di tanti capi, che si accovaccia nella palude del Senso, si oppose l'Hercol Divino colla Face di quel Fuoco, che portò dal Cielo in Terra, per accender l'Anime di Amor Celeste, e per estirpar da' cuori l'Amor Terreno.
Il veder questo ben Fior Verginale fitto sopra di un Tronco genera nel Lascivo un ribrezzo di sentirti piantato nel fango. Egli è un Agno casto, che non si può sentire d'intorno i Lupi carnali. Egli è un Giglio candido, che alligna fra le siepi spinose del Celibato. Egli è un puro Ermellino, che abborrisce le sordidezze dell'Appetito. Egli è un'Aquila, che sdegnando di volar fra' vapori della Carne s'inalza sopra la Regione più purgata dell'Animo.
[376] La Pudicitia, che traspirar ci debbe dagli occhi, non ha le Spetie intentionali più intere, che dalle membra augustissime del Salvatore lacerate sotto le Sferze. Patì nel suo rossore la nostra impudenza: Sopportò ne' Chiodi le trafitture delle nostre Impudicitie: Corresse nella sua Nudezza la nostra Oscenità. Nelle sue Spine soffrì le punture delle nostre Rose: Hebbe le labbra ammareggiate dal fiele per quelle bocche sboccate, che ne' favi della dolcezza fugace lasciano impressi i pungoli della Morte letale.
Ah Dio, e quanti pochi, hoggidì, si avanzano nella Carriera del Crocifisso, perché non vogliono crocifigger le lor passioni, & inveschiano l'ale dell'Anima nelle panie della Sensualità.
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