Hor ritorna al tuo Padre Sovrano, che ti prepara la Stola dell'Innocenza perduta, e ti fa imbandire un pinguissimo Vitellino, nell'augustissimo Corpo del suo Unigenito Sagramentato. Prima però t'hanno da far la Strada i Sospiri di un Penitente Cordoglio, e non hai da dire il vadam ad Patrem meum, senza il peccavi in Caelum. A lavare tanta Laidezza oh quante lagrime si richiedono! Ma il Fonte del tuo cuor si è seccato alle adustioni focose della tua sfrenata Concupiscenza. Deh come piagneran gli occhi tuoi, se come Farfalle vaganti si aggirarono sempre a que' lumi, che fumeggiano più, che non isplendono, per abbronzarti l'ale, e per annerirti lo Spirito.
Misero di te, torci un poco addietro lo sguardo della riflessione, & osserva se di tanti piaceri passati sia rimasto il pentirti, o solamente il dishonore, e la perdita della Salute, delle Facultà; e voglia il Cielo, che non sia dell'Anima ancora. Che frutto havesti, se non vergogna, di que' [381] traffici osceni, che proseguisti col Mondo? Di tante Rose fetenti, & imputridite da te raccolte, altro non ti restò, che le Spine ad accenderti l'eterno incendio, a trafiggerti il cuore impuro.
Ben chiamò Tertulliano i diletti profani: Libidinum evaporata momenta. Ahi momenti, che ti ferono perder l'Eternità della Gloria! Ahi vapori, che ti coprirono la faccia del Sol Divino! Momenti, che ti saran sempre tanti chiodi acutissimi per configgerti sulla Ruota della Giustitia finale. Vapori da' quali non ti pioverà mai altro, che grandine, e fuoco.
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