Noè dopo il diluvio, in cui fu annegata quasi, che tutta la Carne, e quella tutta, che corruperat viam suam, per placar'affatto il Signore, e rendergli le gratie dovute di haverlo salvato, fe' sagrificio de volucribus, & pecoribus mundis; & il Testo sacro soggiugne, che odoratus est Dominus odorem suavitatis. Hor tanto appunto da far hai tu. Dopo di esser campato da un diluvio di Carne, lascia le Carogne a' Corbi, e presenta al tuo Dio la Mondezza de' tuoi affetti volanti al Cielo, & ubbidienti per accompagnar sull'Altare la Vittima, che fai offerire per te dell'Agnello Divino, dalle tue impudicitie svenato.
Prorompi in gemiti di Colomba, se vuoi che FRANCESCO ti senta. Trasformati [382] colla Penitenza in un Agnellino, se brami ch'Egli ti faccia risorgere dalla Fornace della tua ardente Concupiscenza. Inchinati a lui per sollevarti dalle tue Miserie fra le quali ha da essere, come la maggiore, anche la più sensibile, l'havere in tante guise offeso il tuo Dio. Chiedi, chiedi a FRANCESCO, ch'Egli t'ispiri una portione di quel mondissimo Genio, c'hebbe di non offenderlo mai: Dimandali com'Ei fe' a cogliere tanti Gigli, ad affasciar tante Palme in un Campo, che non produce, per ordinario, sol, che Napelli, & Ortiche.
Pregalo, che ti sia Secondo, se vuoi batterti in Duello colla Carne, e col Senso; né dubitar di non riportarne gloriosa Vittoria. Non ti stancare di supplicarlo, ma con labbra pure, se desideri ch'egli ti ascolti, e porga, a tuo nome le tue Richieste ne' seguenti
AFFETTI AL CROCIFISSO.
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