[387] Tutta, tutta la Vita del nostro Christo fu continuato Esercitio di Povertà. Patì nel Diserto volontariamente la fame, nella Croce volentieri la sete. Si vide nudo sopra il Calvario, e perciò come povero impudentemente; ma non impunemente, deriso. Non isdegnò di haver per Compagni i Ladri nella sua Morte, perché soliti a spogliar'altri, & impoverire, chiunque incontrano.
Di una Stella fu sol Proprietario nascendo, benché le havesse tutte create: onde dissero i Magi: Vidimus Stellam eius. Di un'Hora fu sol Padrone morendo, benché fosse il Signor de' Tempi: così attestollo il Cronista Celibe, di lui favellando: Sciens quia venit Hora eius; Ma la Stella di Christo fu così sprezzadrice delle Ricchezze, che se ben verticale portolli l'Oro di Saba dall'Oriente, Egli se 'l fe' presentar da' Magi a' auoi piedi in contrasegno, che volea calpestarlo. Fu l'Hora sua così d'ogni bene spogliata, che lo spogliò anche della pelle: All'hora, ch'ei non trovò un cappezzale su cui appoggiasse il capo cadente, né pietosa una mano, che gli ammorbidisse il labbro spirante.
Fulli ben sì presentata una Spugna inzuppata di Aceto; ma la rifiutò stomacato, come Simbolo dell'Avaritia vorace. Volle morir come nacque: Se nacque in paglia, morì nelle spine: se il Bettelemme [388] fu stretto in anguste fasce, sul Golgota fu confitto da' chiodi aguti: e per morire mendico affatto, come affatto nacque mendico, sempre andò scalzo dalla culla alla Croce: e fu saccheggiato dall'Impietà più barbarica, che gli svenò nel Sangue pretioso un infinito Tesoro.
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