E pur le piaghe de' vostri piedi sono i Poli della mia Salvezza: la vostra Povertà mi arricchisce; & il Chiodo, che vi configge, mi bea. Oh bontà di un Dio senza pari! Oh malvagità di un Peccator senza fine! Non più mio Redentore; non più! Voi non più Pene, & Io non più Colpe. Deh sia svelto da me tutto ciò, che non pullula da questo Tronco di Gloria, in cui l'Ignominia si è resa nobile, l'Obbrobrio adorabile, e la Mendicità dovitiosa. Mio Dio! Non vi chiederò mai altra ricchezza, che voi, il quale per me impoveriste fino all'estrema goccia del vostro pretiosissimo Sangue. Da voi dunque spero Perdono: Voi solo chieggo perdono; e strignendomi a voi, spogliatomi d'ogni altra Passione, che della vostra, non diffido poi di ottenere tutte le Gratie, ricorrendo a voi, che ne sete il Fonte.
SUPPLICA AL SANTO.
Al Fonte delle Gratie, a cui tante voi ne bevesti mi accosto, adorato FRANCESCO, e mentre tanto presumo, vi prego di torcere que' pretiosi canali a disgorgar su quest'Anima così secca, & innaridita. So, che non merito i vostri [397] sguardi, perché non ho internamente l'Habito di quella Povertà Volontaria, che cotanto vi piacque. Deh compatite; e se fu per l'addietro ribelle il mio Senso al suo Dio, impetratemi nell'avvenire la riforma de' miei costumi mondani, e l'ornamento delle Virtù sovranaturali. L'Interesse di questa Vita cauda colla sua vampa mi ha seccate le lagrime; e l'Avaritia col suo freddore mi ha gelate le Viscere; perciò non piango, e non ardo. A voi tocca, che tanto ardente vi disfaceste in lagrime a' piedi del Crocifisso, communicarmi una portione del vostro Spirito, così povero nell'humiltà e così ricco di Divotione.
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