Fra le fasce ristretto, spirò, bel Pianeta di Amor Eterno, da' due lumi brillanti tranquilla Pace. Ogni suo Vagito fu Tromba del Paradiso, ma non di Guerra. Crebbe suggetto non sol alla Madre verace, ma anche al Padre presunto: E quello, ch'era il Fabbro dell'Universo, non isdegnò, che il reputasse l'Universo Figlio di un Fabbro, negletto, e povero.
Si famigliarizò co' Publicani, mangiò co' Peccatori, trattò co' suoi Nemici sempre soave, sempre amoroso, sempre trattabile. Se dal suo Tempio discaccia i Profanatori di Esso, non istringe un fulmine, come potria, de' più roventi, ad incenerirli; ma congegnando di funicelle intorte flagello lieve, più colla Maestà del sembiante, che colle sferzate del braccio li disperde abbagliati, più che percossi.
[400] Sceglie un Campo di Ulivi, tutto pacifico, per entrar in conflitto contro alle Colpe, che gli si schierano in faccia orgogliose a ferirlo, & a bersagliarlo. All'approcciar di quell'Ingratissimo Parricida, che ardisce di mettere la bocca d'Inferno, con empio bacio, nel Cielo, esibisce Gesù tutto placato, e sereno il Viso; e pur gli si affigge in Giuda un Orione sì tempestoso, che gli diluvia sopra un nembo di ferro. Chiama amico il Traditore per convincerlo con un termine così mite, per compungerlo con una parola così mansueta: Et abbatte in un deliquio di più dolcezza, che di terrore le Turbe armate con due pacifici motti, che sono moti di amor tranquillo ver' chi l'assalisce con odio fiero.
Legato non si riscuote: flagellato non si lagna: Spinato non si duole: Strascinato non si risente: precipitato non si solleva: Conficcato non si lamenta: bestemmiato non si turba: amareggiato non s'inagrisce: Oh Stupidezza Divina!
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