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      Il Letto di FRANCESCO è la Terra nuda, che l'accoglie vestito, e cadente più in sembianza di morto, che di riposante. Tal'è il Giacitoio della Patienza, che non sa dormir nella Morbidezza; tal'è quello di FRANCESCO, che non sa dormir senza haver a canto la Patienza. Questa è la Patienza, che altro non gli recò in dote, che stenti. Egli amoroso la strigne, né si può dir, che non la conosca, perché l'ha sempre negli occhi piangenti; né si può dubitar, che non l'ami, perché sempre la tiene nel cuor'avvampante; né si può presumere, che non l'habbia, perché la porta sul dorso scorticato dalle battiture, e dalla Croce, più che dalla Vecchiaia curvato.
      Oh Santo Stoico, che così ben praticasti il sustine, e l'abstine. Sostenesti; e la Patienza [413] fu la tua Base. Ti astenesti, e fu tua Economa la Patienza. Questa fu la bella Foriera delle tue Penitenze. Tanto più forte quanto più indebolito, co' tuoi Digiuni, l'alimentasti; colle tue sferze la battesti; co' tuoi Cilici l'assediasti; co' tuoi sfinimenti la ripigliasti sempre più vigorosa. Bella sì, bella teco la Patienza, perché co' tuoi pallori la coloristi, co' tuoi deliquij la ravvivasti, col tuo pianto lavandola la mantenesti. Ella cercò di distruggerti, e tu procurasti di sostenerla. Ti tormentò, e l'accarezzasti: ti afflisse, e la conservasti, ti macerò, e la trattenesti. Fosti assodato più che Diamante, perché di Dio amante, da quella, che spezza i Diamanti più sodi. Quanto più ti percosse, tanto più ti fissò nel Cielo; e quanto più caricotti, tanto più sollevotti alla Gloria.


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I fasti del miracoloso S. Francesco di Paula
di Francesco Fulvio Frugoni
1681 pagine 413

   





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