Partecipa della sete del suo Diletto, che la patì, benché fosse Fonte; e perché non può estinguerla, come vorrebbe, al Torrente della Passione, la va stuzzicando cogli spruzzoli delle sue lagrime. Trova nel Pianto un piacere, che nol satolla, ma lo solletica; e nel prurito del suo patire prova la gioia del suo contento. Goderebbe di potere stillar tutto il suo cuore al suo Dio, giaché non può stillarli tutto il suo sangue; ma poi si ravvede, e ritiene il suo cuore negli occhi suoi, sempre più voglioso di stillarlo a quel Nume, che osserva, e custodisce, come pupilla, e lume degli occhi medesimi.
A' tanti riverberati, ma più ripercossi splendori, arrossisca l'Anima dilicata, che si uniforma al suo Senso, non al suo Dio. Sospiri pure, perché non respira alla Gratia, e si creda dalla sua creatione degenere, perché Dio, che il tutto fe' con un Fiat, non volle redimerla con un fiato, ma col midollo delle sue viscere.
Ahi quanta effeminatezza avvilisce i nostri pensieri! Deh come codardi siamo al travaglio, come valorosi al Peccato! Un Sonno interrotto ci turba; e la quiete eterna della Beatitudine non ci sveglia. Una Vivanda mal imbandita ci mette nel [417] capo il suo fumo; & un Dio per noi Crocifisso non ci mette nel cuore il suo fuoco! Hor come la passerebbe il nostro Appetito con un proseguito digiuno, nelle frequenti Vigilie, colle punte di acciaro indivise a' fianchi, co' ferrati flagelli tre volte, ogni notte, al tergo, come fe' il nostro FRANCESCO?
Per un Interesse, che ci rovina è il patir'insensibile; e per un Dio, che ci creò, che ci ha redenti, che ci aspetta a gioire, il travaglio è duro!
| |
Diletto Fonte Torrente Passione Pianto Dio Nume Anima Senso Dio Gratia Dio Fiat Peccato Sonno Beatitudine Vivanda Dio Crocifisso Appetito Vigilie Interesse Dio
|