Fu ben sì sepolto il Sagrosanto Cadavere, ma non già la Clemenza del Salvatore, la quale perseverò ad arricchirci quando pareva, che colla Vita della nostra Vita dovesse venir'estinta, e sepolta.
Gelosissimo il Verbo Eterno della Virtù della Perseveranza, non intralasciò mai l'essercitio di Virtù così Nobile, con cui tutte le altre, a guisa di Perle, come con filo d'oro si schierano in fila. Se queste sono le Anella, quella è la Catena; e se l'una chiama l'altra, come compagna, e l'abbraccia, come Sorella, la Perseveranza tutte le chiama insieme come Discepole, e tutte le abbraccia in uno come Figliuole.
Et ecco insorgere la ragione, spiegadrice del gran Mistero, perché il nostro Christo, se non calò dalla Croce, volò del Sepolcro. Lassù non volle troncar nel più bello dell'Opera la gran Virtù della Perseveranza, che ne fu l'Ingegnera, [425] perché non doveva lasciar nell'aria sospesa quella gran Machina della nostra Redentione, ma solo il Divino Cadavere, che ne fu l'Organo. Laggiù non potea più patire, onde ne proruppe tosto impassibile, con gloriosissimo movimento.
Hebbero perciò i Santi Padri occasione, fra tante altre di derider l'Hebreo, così pazzo come blasfemo, che il provocava a sferrarsi dalla Croce, perché non sarebbe stato un oprar da Dio il lasciar la Passione imperfetta sul bel procinto di terminarla. Quinci fu dal Saggio Agostino seriamente schernito il Gentile, che finse un Dio Giano a cominciare, & un Dio Termine a finir le facende: perché non può dirs'Iddio quello, che senza finire comincia; e né men quello, che senza cominciare finisce.
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