Il Verbo Incarnato l'abbraccia, & all'Eterno Padre il presenta, che lo vagheggia come una Coppia sì ben formata del Crocifisso dalla Perseveranza perfettissima Imitadrice; Ma lo Spirito Santo in esso come in suo Tempio s'interna, e non più l'accende coll'impatienza, ma colla gioia.
Mentre vien fatto sedere sopra un Seggio Stellante de' più sublimi, onde furono deposti gli Angioli Alteri, cantano que' Cigni arguti del Paradiso questo Mottetto Davidico: Deposuit Potentes de Sede, & exaltavit Humiles. E chi fu, che depose di Sedia i Superbi (che Potente, e Superbo spesso è il medesimo?) Chi li diroccò dalla Gloria? Il non perseverar [430] nella Gratia. Chi fu, ch'esaltò i Santi (sempre Humile, e Santo è lo stesso)? Chi gli stabilì nella Beatitudine? La Perseveranza nelle Virtù, per conseguir come fe' FRANCESCO quella Gloria, ch'altro non è alla fine, che una Gratia consumata, e perfetta.
Hor noi perché stiamo più a bada? Deh chi ci trattiene tanto infingardi, e non ci lascia correre, se non così a gran passi, almeno in sicuro, sulla Carriera, che tenne FRANCESCO? Ah troppo è vero! Se si tratta di camminar su quella del Senso siam tanti Barbari: Se su quella di Dio siam tanti Ronzoni. La Perseveranza nel peccato è di macigno: la perseveranza nell Gratia è di Creta. Chi veste l'Habito della Colpa se lo lascia marcire in dosso: E chi si addatta quello della Virtù facilmente lo spoglia. Il Vitio appena veduto si apprende; e l'Honestà tante volte incontrata si fugge.
Buon Dio, che scempiezza!
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