A l'Effigie del suo Confitto Nume
Volle Francesco haver sol l'Occio aperto.
XXVI.
Sua ritiratezza essendo Fanciullo.
Francesco al guardo altrui spesso s'invola,
E Donzel si concentra in Cella angusta:
Quivi solleva a Dio l'Anima Giusta;
E quanto chiuso più, tanto più vola.
XXVII.
Sua Modestia, e Vigilanza.
Desto, e Modesto, il bel Fanciul, non dorme,
Né vaneggia, perché negli occhi ha Dio:
A cui non così tosto il core aprio,
Che pronto ne seguì purpuree l'orme.
[452]XXVIII.
Sue Virtù nella Pueritia.
Non rode il dente suo, non ride il labbro:
Abbassa il capo; e pur'alto ha l'Ingegno:
Spiegando, in poca Mole, un gran Disegno,
D'ogni Virtù nel suo gran cor è Fabbro.
XXIX.
Fanciullo comincia ad attuarsi nell'
Astinenza.
Cresce Francesco; e pur liba sì raroL'acqua nel Fonte, e l'herbe a l'Horto toglie;
Ma fra queste maturo il Frutto coglie;
Con quella corre ognor più puro, e chiaro.
XXX.
Si veggon più volte uscir raggidal di lui volto.
Come il Sole, Francesco, i rai diffonde,
Perché l'Eterno Sol nasce in Francesco,
Che fra gli ardori suoi sempre più fresco,
Col suo Lume si scopre, e si nasconde.
XXXI.
Essendo di Dodici Anni gli apparisce S.
Francesco di Assisi, ammonendolo, checompia il Voto fatto da' Genitori.
Interprete di Dio sagro, e facondo,
Il Serafin d'Assisi a lui favella:
Iddio con Cinque bocche a sé t'appella,
Perché del tutto Ei dia di calcio al Mondo.
[453]XXXII.
Il di lui Nascimento porta la calma allaChiesa improcellata dallo Scisma.
Porta Francesco al Mondo accesa Face,
Che de l'Hidra di Stige i Capi estingue;
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