Il Sonno di Francesco, o pur la Mensa.
[455]XL.
È veduto più volte nel Convento diS. Marco ad un tempo stesso in
due Luoghi.
Replicato nel suo corporeo velo,
Più d'una volta, in due parti si trova;
Ma del suo Santo Amor dà maggior prova,
Havendo il Corpo in Terra, e l'Alma in Cielo.
XLI.
Porta nella Tonaca, senza abbruciarla,
i carboni accesi per l'Incensiero.
Sono Francesco, e 'l Foco Amici stretti:
L'un l'altro non offende, e non estingue:
Han'ambi ardenti vampe, accese lingue,
Francesco il Foco vince a i puri Affetti.
XLII.
Al medesimo Assunto.
Porta Francesco in grembo, in petto accendeIl Foco: Nel suo cor ha il Timiama:
Son Incenso i suoi Prieghi: Avvampa, & ama;
E quindi senza fumo al Cielo ascende.
XLIII.
Al medesimo Assunto.
Miracolo d'Amor, il Foco imparaDa Francesco l'ardor, che non istrugge:
Lambe al Donzello il lembo, e nol distrugge,
Mentre al suo sfavillar più lo rischiara.
[456]XLIV.
Si scorda in Estasi di cucinar il Cibo pergli Religiosi di S. Marco.
Estatico da sé vola diviso,
Francesco, a l'Etra, onde sua Carne sordaD'apprestar le Vivande hora si scorda,
Ch'Ei pensa di pranzar nel Paradiso.
XLV.
Trova i Cibi cotti senza fuoco.
Cotto senz'alcun foco il cibo fuma;
E la provida man pronto il riparte;
A Francesco insegnò così bell'Arte
L'Amor, che senza foco arde, e consuma.
XLV.
Compiuto l'Anno del Voto va peregrinando a Roma.
A Roma fu Romeo col piè veloce,
Per venerar de la sua Fè la Reggia:
Quivi a rubbar Tesori ognor corseggia,
E per Bordone ha, Peregrin, la Croce.
XLVII.
Va Peregrino a Loreto.
A quel Camino, in cui l'Eterno Amore
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