Fornello avvampante.
Preme co' nudi piè vampe frementi,
E ne rintuzza lo spiraglio ignito:
Da l'Incendio non è punto ferito;
Ché gli oppone del Cor le fiamme ardenti.
C.
Smorza colle piante nude una Siepe
accesa, che serpeggiavaad incender le biade
vicine.
Serpe di Foco a divorar le Biade
Si svincola fischiando in seno a l'herba;
Ma da l'Humil Francesco è la Superba
Calcata, e nel suo fumo estinta cade.
[471]CI.
Maneggia senza lesione le Pietre infocate.
Francesco ne l'Amor tutto languisce,
E refrigerio sol nel Foco trova:
Strigne le Pietre accese, e con tal provaImpassibile appar, perché patisce.
CII.
Porta le braci nelle mani dalla Cucina
alla Cella.
Deh come son fiorite, e pretïoseDi Francesco le mani! Eccole piene
Ne i carbon di carbonchi; e tutte ameneLe braci sono in lor purpuree Rose.
CIII.
Attuffa le mani nell'Olio bollentesenza offenderle.
Ne l'Olio, che stridente intorno ferveA Pesci, guizza illeso il puro tatto
Di Francesco, che scherza ognor'intattoNe l'ardor, perché acceso a Christo serve.
CIV.
Sommerge le mani senza danno in unaPentola d'acqua bollente.
Non teme il gorgogliar d'onda fervente,
Che le Spume rabbiosa intorno versa:
La man ne cava di rugiada aspersa,
Perché solo del Cielo il foco sente.
[472]CV.
Mette le mani sicure nel Ranno,
che ferve.
Di Francesco la man, che tutta è puraBacia il Ranno mordente, e non l'offende;
Beata man, che sempre a Dio si stende,
Non mai col fumo il suo candor'oscura.
CVI.
Rende leggierissime più volte le Travi
della Fabbrica, & i Legni
pesanti, col Segno dellaSanta Croce.
| |
Incendio Cor Siepe Foco Biade Humil Francesco Superba Pietre Amor Foco Pietre Cucina Cella Francesco Rose Olio Olio Pesci Francesco Christo Spume Cielo Ranno Francesco Ranno Dio Travi Fabbrica Legni Segno Croce
|