CXLVII.
Guarisce al Baron di Belmonte, con un'
Herba semplice, una Piaga incurabile.
Francesco in sé Virtù Celeste serba,
Onde sana le Piaghe impustolite,
Che son da lui, scherzando, anche guarite;
Mentre Semplice Egli è, più assai de l'Herbe.
CXLVIII.
Risana innumerabili Moribondi, &
Agonizzanti.
La Morte al Capezzal Falcata attende,
Per mieter vite acerbe, egre, e spiranti:
La discaccia Francesco a i Raggi Santi,
Qual Ombra, che dal Sol lungi si rende.
[485]CXLIX.
Libera una Nave pericolante in proferirdalla Riva tre volte Gesù.
Con Face furïal torbida Teti
Fulmina al suo fiottar naufrago Pino:
Francesco, del gran Nome alto, e Divino
Fa, che con l'Olio effuso il Mar s'acheti.
CL.
Illumina molti Ciechi.
Sparge Francesco de le Gratie i Fiumi,
E dà la luce altrui quando l'adombra:
Fugge al di lui mirar dagli occhi l'ombra,
E le Nottole al Sole aprono i lumi.
CLI.
Dona la Vista ad una Pargola.
Tenebrosa Fanciulla i lumi estintiDa la Culla dispiega al Sol'in vano;
Ma Prometeo Divin, con facil mano,
Gli accende, e fa brillar chiari, e distinti.
CLII.
Guarisce innumerabili Zoppi,
Cionchi, e Storpi.
Francesco a la Rettezza ha tanto affetto,
Che ne l'anima altrui, non sol ha curaD'indurla; ma ne' Corpi ancor procura
Di porla, accioché ognun cammini retto.
[486]CLIII.
Riparte l'udito a più sordi, e la parolaa più Muti.
Un huom, che non ha senso il sentimentoDona a l'orecchia, & a la lingua il moto:
Sentano il di lui grido al Mondo notoI Sordi; e dargl'i Muti i loro accenti.
CLIV.
Col Nome di Gesù fa parlaresingolarmente un Muto.
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