diciotto, ch'erano rozze,
lavorate per laFabbrica della
Chiesa.
Sempre curvo a la Croce i Legni stortiDirizza, il Pio Francesco, e li pulisce,
Ad un retto di cor tutto ubbidisce;
E par, ch'Ei ne le mani il Mondo porti.
CLXVIII.
Divide ad un fendente del suo bastonecol suo comando, un grand'Albero,
e compone la rissa di dueFratelli arrabbiati.
Annosa Pianta i due Germani irritaA tenzonar sul suo possesso atroci;
Francesco in due la fende a le sue voci:
Unì divisa, se divise unita.
[491]CLXIX.
Moltiplica moltissime volte il Pane,
& il Vino, con altre cosecomestibili.
Francesco ad esaltar la Providenza
Del suo gran Nume, Vivandier Divino,
Amplificando i Pan, co' Cibi, e 'l Vino,
In manica del Cielo ha la Dispensa.
CLXX.
Forma collo dito ammollato nel propriosputo la faccia ad un Bambino, nato
senz'occhi, senza bocca, e senzanaso mostruosissimo.
A stupir qui, Natura, Egli t'invita,
Informe volto a disegnar s'accinge:
Ad Imagine sua, qual Dio, lo pinge;
Sputo è 'l color, e son Pennel le dita.
CLXXI.
Fa entrar'illeso in una Fornace accesa diCalcina, che rovinava un Semplice
Religioso, chiamato Santolino,
a pontellarla colsuo bastone.
Ubbidïenza fida, e che non puoi?
T'ubbidisce Natura, e 'l Foco gelaA la Virtù, che al tuo fervor si svela;
E mirabil è Iddio ne' Servi suoi.
[492]CLXXII.
Entra in una Fornace di Calcina ardente,
co' suoi Religiosi, a votarla tuttasenza lesione.
Da la luce Lucifero nel foco;
Co' Suoi precipitò, perché gelato.
Co' Suoi Francesco, ardendo, eccol entratoNe l'accesa Fornace a farne gioco.
CLXXIII.
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