Da Chi Scudo ha di Fede, Iddio per Hasta.
CLXXX.
Cuopre humilissimo tanti suoi Miracoli,
attribuendoli alla virtù naturale,
& alla Gratia Divina
solamente.
Qual hor si cela più, come il Profumo,
Più di Francesco olezza il Merto humile:
Vale più assai quando si fa più vile;
E tutto Foco Egli è, ma non ha Fumo.
CLXXXI.
Convince colla dolcezza della Patien-
za, e col prender'a nude manile braci di un Predicatore,
che publicamentecalunnioso il
biasimava.
Qual ripercossa Cote Egli scintillaD'una lingua d'acciaro a le percosse:
È fra le ingiurie Scoglio, e non ha scosse:
Non s'accende, & il Foco in lui sfavilla.
[495]CLXXXII.
Fa pullulare miracolosamente in Paterno
due Vene di acqua viva.
Francesco Agnel dovunque pianta il passoFa sorger d'acqua un'ammirabil vena;
E mentr'Ei col bastone il Sasso svena,
Con lo stupor par, Chi lo mira, il Sasso.
CLXXXIII.
Fa mutar fino con le preghiere ad unagrandissima Pietra.
Cede a Francesco il Campo un Sasso, e fuoriDel suo Centro s'apparta. Ah, ch'a l'impero
Del Comando Divin (pur troppo è vero.)
Son cori i Sassi, e sono Sassi i Cori.
CLXXXIV.
Svanisce alle preghiere del Santo
una delle due vene d'acqua,
perché discordi perusurparsela si battevano i
Paesani di Paterno.
Oh qual de l'Interesse arde la Forza?
Con l'acqua il Foco accende Un fiero sdegnoIn quel Popolo Ingrato il rende Indegno;
Perciò l'acqua si Secca, e l'Ira smorza.
[496]CLXXXV.
Nol bagna punto, a Ciel aperto, unDiluvio d'acqua.
Da le gravide nubi al suol disgorgaFremente Pioggia, e non ammolla il Santo
È de la Carità fulgido vanto,
| |
Chi Scudo Fede Iddio Hasta Miracoli Gratia Divina Profumo Francesco Merto Foco Egli Fumo Patien- Predicatore Cote Egli Scoglio Foco Paterno Vene Agnel Sasso Sasso Pietra Francesco Campo Sasso Centro Comando Divin Sassi Sassi Cori Santo Paterno Interesse Forza Foco Popolo Ingrato Indegno Secca Ira Ciel Pioggia Santo Carità
|