Che asciutta, come il Sol, da l'acque sorga.
CLXXXVI.
Fa, che si riduca una grand'acqua,
che allagava la strada dinanzial suo Convento in una
piccola buca.
A sì gran copia d'acqua il Vaso è pocoDi fossicella angusta; e pur'accolta
Da così piccol sen, restò sepolta.
Se non secolla di Francesco il Foco.
CLXXXVII.
Col semplice tatto delle mani liberadue Pazzi; e sana molti altri
Frenetici in diversitempi.
Francesco, più d'Astolfo al Ciel ascende;
Ond'è, che ne ritrahe de' Pazzi il Senno:
Ad un tocco, ad un'aura, & ad un cenno,
Mentre rapisce il Core, il Senso rende.
[497]CLXXXVIII.
Al medesimo Assunto.
De' Forsennati a le catene i nodiFrancesco scioglie, e de la Mente i lacci:
Mentre il pazzo furor avvien, che scacci,
Fie, che sciogliendo i Corpi i Cori annodi.
CLXXXIX.
Trasmuta un tronco di Pino in unaCandela di Cera bianca,
colla quale felicitaun Parto
pericoloso.
Di Francesco ognor più la Fama avvera,
Che sia del Paradiso un'Ape illustre:
Col moto sol de la sua bocca industreNe' Tronchi ancor sa fabbricar la Cera.
CXC.
Feconda moltissime Donne sterili collasua Intercessione.
Francesco, come il Sol d'Influssi abbonda,
E degli uteri adusti infiora il grembo:
Sparge di Frutti, a Chi ne 'l priega, un nembo;
E per esser sì Casto altrui feconda.
[498]CXCI.
Se ne va a fondar'un Convento nellaTerra di Spezzano, e vi opera,
come in Paula, & inPaterno molte
maraviglie.
A Spezzano s'inoltra, e con le Pietre
Spezza le Colpe in fabbricar'un Tempio:
Mentr'edifica ognun col proprio EsempioDona l'Anima ai Sassi, e i Cori spetra.
CXCII.
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