Tu piagner'il farai tosto i suoi falli.
[516]CCXLIV.
Smontando in Terra nella Provenza,
presso il Capo del Colombo,
lascia impresse nellaprima Pietra, che calca
le sue pedate, lequali hoggidì
ancora si
riveriscono.
Oh come ben s'unir Pietra, e Colombo!
Colombo in Pietra ecco Francesco impresso;
Ei lascia ovunque va dietro a sé stessoCon le vestigia sue chiaro il rimbombo.
CCXLV.
Entrando nella Città di Bormes la liberada un fierissimo Contagio, che in
appresso non l'ha mai più
afflitta, ancorché primane fosse sovente
ammorbata.
Sol luminoso, a discacciar Bubòni,
Se n'entra in Borma squallida, e giacente:
Fugge la Peste al cenno ubbidïenteDi Chi col Foco suo smorza i Carboni.
[517]CCXLVI.
Ravviva in Bormes unaquantità di Pesciolini,
gittandoli nelMare.
Fa rinascere i Pesci al Mare in riva,
Ch'eran pria stati colti a pena nati:
Son piccoli, e perciò da lui più amati;
Piccoli son, per ciò l'Humil gli avviva.
CCXLVII.
Il Popolo di Borme li taglia perdivotione l'Habito fino al
ginocchio, il quale (alzatosiil Santo, che sedeva)
appar cresciutoalla primiera
lunghezza.
Di forbici divote il taglio invòlaDe l'Habito salubre al Santo il lembo;
Ma tosto, sotto un insensibil nembo,
Gliel tesse pronto Iddio con la sua Spola.
[518]CCXLVIII.
Libera, in passando, la Città di Fregius
dal Contagio.
Francesco a maneggiar Carboni usatoIn Fregius ne raffredda il letal vampo:
Gli smorza de' suoi sguardi al dolce lampo,
Gli estingue de' suoi prieghi al dolce fiato.
CCXLIX.
Fa sorgere nel Delfinato ad una Sem-
plice battuta del suo Bastone
una Fontana freschissima
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