ad alleviar dalla seteque' Popoli.
Con la Verga, due volte, a l'or percote,
Che vuol, Mosè, l'acqua cavarne, il Sasso:
Francesco, una sol volta, e scende al bassoL'Acqua, ubbedendo a lui meglio la Cote.
CCL.
Esce il Delfino di Francia adincontrar'il Santo dalla Città
di Ambuesa.
Ad incontrar Francesco i passi scioglieIl Regio Figlio del Monarca Gallo:
Lo stima un Arïon, né 'l prende in fallo;
Perciò, come Delfin, l'ama, e l'accoglie.
[519]CCLI.
Incontra il Re Luigi XI unmiglio fuori del
Palagio Reale.
Qual Ciel Sereno al tramontar d'Arturo
L'accoglie il Franco Re, Luce novella:
Buon Huomo al primo incontro, humil l'appellaPoi ne' costumi il trova Angelo puro.
CCLII.
Essendo la Galea, che portò il Santo
in Francia scossa nel ritorno dauna tempesta fierissima, i
zoccoli di esso, gittatiper disprezzo in
Mare da unForzato, subito il
rabbonacciano.
Procellosa (deh qual!) l'onda cavalcaNaufragio Pino, in cui Francesco è andato:
Co' Zoccoli di lui tosto calmatoResta il Mar; Ei da lungi ancora il calca.
[520]CCLIII.
Si ferma alloggiato nella Corte
di Francia.
Hor, che Francesco, il gran Forier di Dio,
Ne la Reggia de' Galli ha messo il piedeA stabilir del Ciel Fida la Fede,
Se n'entri in Corte Chi vuol esser Pio.
CCLIV.
Al medesimo Assunto.
Francesco in Corte? Oimè! Fra i Corbi il Cigno
Mi par, ch'io vegga; e fra le Spine i Gigli:
Degli Astori il Colombo infra gli artigli;
Una Benigna Stella in Ciel Maligno.
CCLV.
Al medesimo Assunto.
In Corte sì Francesco. È Corte Santa
Quella, che i Santi honora; e 'l Cortigiano
Che inalz'al Cielo il cor fido, e non vano,
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