Pagina (323/608)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vedete voi, signor Simplicio, se maggiori inconvenienti seguir ne dovessero.
      SIMP. Io non ne so scorger di maggiori, ma è ben credibile che l'autore ci scorga, oltre a questi, altri disordini in natura, che forse per suoi degni rispetti non ha volsuti produrre. Seguirò dunque la terza instanza: Insuper, quî fit utistæ res tam variæ tantum moveantur ab occasu in ortum parallelæ ad æquatorem? ut semper moveantur, numquam quiescant?. (12)
      SALV. Muovonsi da occidente in oriente, parallele all'equinoziale, senza fermarsi, in quella maniera appunto che voi credete che le stelle fisse si muovano da levante a ponente, parallele all'equinoziale, senza fermarsi.
      SIMP. Quare quo sunt altiores celerius, quo humiliores tardius?(13)
      SALV. Perché in una sfera o in un cerchio che si volga intorno al suo centro, le parti piú remote descrivono cerchi maggiori, e le piú vicine gli descrivono nell'istesso tempo minori.
      SIMP. Quare quæ æquinoctiali propiores in maiori, quæ remotiores in minori, circulo feruntur?(14)
      SALV. Per immitar la sfera stellata, nella quale le piú vicine all'equinoziale si muovon in cerchi maggiori che le piú lontane.
      SIMP. Quare pila eadem sub æquinoctiali tota circa centrum Terræ ambitu maximo, celeritate incredibili, sub polo vero circa centrum proprium gyro nullo, tarditate suprema, volveretur?. (15)
      SALV. Per immitar le stelle del firmamento, che farebbon l'istesso se 'l moto diurno fusse loro.
      SIMP. Quare eadem res, pila verbi gratia plumbea, si semel Terram circuivit descripto circulo maximo, eamdem ubique non circummigret secundum circulum maximum, sed translata extra æquinoctialem in circulis minoribus agetur?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano
di Galileo Galilei
Einaudi Torino
1970 pagine 608

   





Simplicio Insuper Terræ Terram