Manterassi poi semicircolare per alquanti giorni, diminuendo però in mole; e poi dal mezo cerchio passerà al tutto tondo in pochi giorni, e quindi per molti mesi si vedrà, e Lucifero e Vesperugo, tutta tonda, ma piccoletta di mole. Le evidentissime conseguenze che di qui si traggono, sono a V.R.a notissime.
Quanto a Marte, non ardirei di affermare niente di certo; ma osservandolo da quattro mesi in qua, parmi che in questi ultimi giorni, sendo in mole a pena il terzo di quello che era il Settembre passato, si mostri da oriente alquanto scemo, se già l'affetto non m'inganna, il che non credo. Pure meglio si vedrà al principio di Febraio venturo, intorno al suo quadrato; se bene, per l'apparire egli così piccolo, difficilmente si distingue la sua figura, se sia perfetta rotonda o se manchi alcuna cosa. Ma Venere la veggo così spedita e terminata quanto l'istessa luna, mostrandomela l'occhiale di diametro uguale al semidiametro di essa luna veduta con l'occhio naturale.
O quante e quali conseguenze ho io dedutte, D. Benedetto mio, da queste e da altre mie osservazioni! «Sed quid inde?» Mi ha quasi V. R.a fatto ridere, col dire che con queste apparenti osservazioni si potranno convincere gl'ostinati. Adunque non sapete, che a convincere i capaci di ragione, e desiderosi di saper il vero, erano a bastanza le altre demostrazioni, per l'addietro addotte, ma che a convincere gl'ostinati, e non curanti altro che un vano applauso dello stupidissimo e stolidissimo volgo, non basterebbe il testimonio delle medesime stelle, che sciese in terra parlassero di sé stesse?
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Lettere
di Galileo Galilei
Ricciardi Editore 1953
pagine 265 |
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