Ora, eccoci, Signor mio, chiariti come Venere (e indubitamente farà l'istesso Mercurio) va intorno al sole, centro senza alcun dubbio delle massime rivoluzioni di tutti i pianeti; in oltre siamo certi che essi pianeti sono per sé tenebrosi e solo risplendono illustrati dal sole, il che non credo che occorra delle stelle fisse, per alcune mie osservazioni, e come questo sistema de i pianeti sta sicuramente in altra maniera di quello che si è comunemente tenuto, così nel determinare la grandezza delle stelle (trattone il sole e la luna) si sono presi errori nella maggior parte de i pianeti e in tutte le fisse, di 3, 4 e 5 mila per cento, e più ancora.
Quanto a Saturno, non mi meraviglio che non l'abbino potuto distintamente osservare; prima perché ci bisogna strumento che multiplichi le superficie almanco 1000 volte; di più, Satutno adesso è tanto lontano dalla terra, che non si vede se non piccolissimo; tuttavia l'ho fatto vedere qui a molti dei loro fratelli così distintamente, che non vi hanno alcuna dubitanza; e si vede giusto così oOo. Cinque mesi sono, si vedeva assai maggiore: da quel tempo è diminuito molto, né però si è mutata pure un capello la costituzione delle sue 3 stelle, le quali per quanto io stimo, sono esattamente parallele non al zodiaco ma all'equinoziale. [...]Ora, per rispondere interamente alla sua lettera, restami di dirgli come ho fatto alcuni vetri assai grandi, benché non ne ricuopra gran parte, e questo per due ragioni: l'una, per potergli lavorar più giusti, essendo che una superficie spaziosa si mantiene meglio nella debita figura, che una piccola; l'altra è, che volendo veder più grande in un'occhiata, si può scoprire il vetro: ma bisogna presso all'occhio mettere un vetro meno acuto e scorciare il cannone, altramente si vedrebbono gli oggetti assai annebbiati.
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Lettere
di Galileo Galilei
Ricciardi Editore 1953
pagine 265 |
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Venere Mercurio Saturno Satutno
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