Perloché non posso negare, l'intimazione fattami ultimamente d'ordine della Sacra Congregazione del S. Offizio, di dovermi presentare dentro al termine del presente mese avanti a quello eccelso Tribunale, essermi di grandissima afflizzione; mentre meco medesimo vo considerando, i frutti di tutti i miei studi e fatiche di tanti anni, le quali avevano per l'addietro portato per l'orecchie de i letterati con fama non in tutto oscura il mio nome, essermi ora convertiti in gravi note della mia reputazione, con dare attacco a i miei emoli d'insurger contro a gl'amici miei serrando lor la bocca non pure alle mie lodi ma alle scuse ancora, con l'opporgli l'avere io finalmente meritato d'esser citato al Tribunale del Santo Offizio: atto, che non si vede eseguire se non sopra i gravemente delinquenti. Questo in modo mi affligge, che mi fa detestare tutto 'l tempo già da me consumato in quella sorte di studii per i quali io ambiva e sperava di potermi alquanto separare dal trito e popolar sentiero de gli studiosi; e con l'indurmi pentimento d'avere esposto al mondo parte de i miei componimenti, m'invoglia a supprimere e condannare al fuoco quelli che mi restano in mano, saziando interamente la brama de i miei nimici, a i quali i miei pensieri son tanto molesti .
Questa, Em.o Sig.re, è quella afflizzione, la quale, continuando senza alcuna intermissione di rigirarmisi per la mente, con l'avermi aggiunto una continua vigilia al peso di 70 anni e a più altre mie corporali indisposizioni, mi rende sicuro, entrando in un viaggio per lunghezza e per straordinarii impedimenti e incomodi faticoso, che io non mi condurrei con la vita alla metà; onde, spinto dal comune natural desiderio della propria salute, ho preso resoluzione di ricorrere all'intercessione di V. Em. inanimito da quella ineffabile benignità che ciascheduno e io sopra tutti per più esperienze ho conosciuta in lei supplicandola che mi faccia grazia di rappresentare a cotesti prudentissimi Padri il mio compassionevole stato presente, non per sfuggire il render conto delle azzioni mie, perché è da me somamente bramato, sicuro di poterci fare non piccol guadagno, ma solo perché si compiaccino di agevolarmi il potergli obbedire e 'l sincerarmi.
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Lettere
di Galileo Galilei
Ricciardi Editore 1953
pagine 265 |
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