Io però, oltre al desiderio, averei gran necessità di tornare a casa mia e di esser restituito nella mia libertà, la quale si va conietturando da molti che sia riserbata per grazia speciale alla domanda del S. G. D., da non gl'esser negata, mentre si vede quanto si è impetrato alle sole dimande del S. Ambasciatore. Prego per tanto V. S. Ill.ma, e per lei il Ser.mo Padrone, a restar servito di favorirmi di una domanda a S. S.tà o al S. Card. Barberino per la mia liberazione; dove per maggiore efficacia potrà inserirsi la mancanza del mio servizio di tanto tempo, figurandola di qualche maggior progiudizio per la Casa di S. Alt.za di quello che veramente è. Si crede, come ho detto, da tutti quelli con i quali ne ho parlato e da gl'istessi ministri del S.o Offizio, che la grazia a tanto intercessore non sarà negata.
Confido tanto nella benignità del S. G. D. mio Signore e nel favore di V. S. Ill.ma, che reputerei superfluo l'aggiugnere altre preghiere. Starò per tanto attendendone l'effetto, mentre con umiltà alla S. A. bacio la veste, e nella buona grazia e protezione di V. S. Ill.ma mi raccomando.
Di Siena, li 23 di Luglio 1633.
Di V. S. Ill.ma
Dev.mo e Obblig.mo Ser.reGalileo Galilei.
XXII
A ELIA DIODATI IN PARIGI
Arcetri, 7 marzo 1634)
Vengo ora alla sua lettera: e perché ella replicatamente mi domanda qualche ragguaglio de' miei passati travagli, non posso se non sommariamente dirgli, che da che fui chiamato a Roma sino al presente, sono, la Dio grazia, stato di sanità meglio che da molti anni in qua.
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Lettere
di Galileo Galilei
Ricciardi Editore 1953
pagine 265 |
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