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      E perché accade alcuna volta, doversi fortificare un luogo che da due o più parti viene assicurato da qualche precipizio, come nella prima seguente figura [v. figura 19] si veggono li dui precipizii X, R, i quali per natura rendono forte tal sito; in questo caso basterà chiuder i luoghi pericolosi con la cortina AD, accommodandovi per sua difesa li fianchi AB, DE, con le fronti BC, EF facendo dui mezzi baluardi, quali vengono a terminare sopra i precipizii. E questa maniera di fortificazione si dimanda forbicia o tanaglia.
      Ma se ci occorresse dover fortificare una china d'un colle, la quale, per la disugualità del sito, non fusse capace di baluardi o altri corpi di difesa reali e grandi, allora si accommodano alcune picciole cortine, difendendo ciascheduna con fianco; come nella seconda figura [v. figura 20] si veggono i fianchi e cortine A, B, C, D: e questo modo si dice fortificare a denti. E tal maniera di fortificazione si costuma ancora per circondare li alloggiamenti; perché, oltre all'esser tale, che in breve tempo si può condurre a fine, non avendo corpi di difesa grandi, può ancora esser difesa da artiglieria minuta, anzi da archibugi ancora. L'essempio del circondare li alloggiamenti con denti si ha nella terza figura ABCD [v. figura 21] .
      Connumerasi ancora tra i corpi di difesa il rivellino, il quale è un picciol forte separato e spiccato da tutto il corpo della fortificazione; per il che è stato così detto, quasi che sia revulso e separato dalli altri. E simili forti si costumano porre incontro alle porte delle fortezze per loro maggiore guardia e difesa: ed a questi rivellini si può andare per strade sotterranee, che rieschino nella fortezza, acciò che il nemico non possa impedire il transito.


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Trattato di fortificazione
di Galileo Galilei
Utet
1980 pagine 68