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      DELLE DIVERSITÀ DE' TIRI.
     
      Prima che descendiamo alle regole particolari di ordinare i corpi di difesa, è necessario che dichiariamo alcuni termini attenenti a i tiri delle artiglierie; però che con questi, come nel progresso sarà manifesto, abbiamo a disegnare tutta la nostra fortezza.
      E prima, quando un tiro d'artiglieria va parallelo o equidistante a una cortina, senza toccarla in luogo nessuno, s'addimanda tiro di striscio; come nella seguente figura [v. figura 22] si vede il tiro AB, il quale striscia la cortina EF. Ma quando il tiro va a percuotere e ferir la muraglia, in un sol punto, come si vede sopra la medesima cortina il tiro CD, questo vien dimandato tiro di ficco, o ficcare.
      Il medesimo ancora si deve considerare rispetto al piano della campagna, dimandando tiro di striscio quello che la va radendo, e di ficco quello che, venendo da alto, la percuote in un sol punto. E così nel secondo essempio [v. figura 23], rappresentandoci la linea AB il piano dell'orizonte il tiro CD lo verrà a strisciare, ed il tiro EF, venendo da luogo sublime E, ficcherà nel punto F.
      Ma più propriamente, in quanto appartiene al piano della campagna, potremo considerare tre diverse maniere di tiri, cioè: il tiro che viene da alto a basso, quale si chiamerà inclinato; il tiro da basso ad alto che domanderemo elevato; ed il tiro paralello al piano, detto tiro a livello, o vero di punto bianco. E così nell'istessa figura il tiro EF sarà l'inclinato, GH elevato, e CD a livello o di punto bianco. E chiamasi a livello, quasi che ad libellam; cioè in bilancio, e che non inchini più nell'una che nell'altra parte.


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Trattato di fortificazione
di Galileo Galilei
Utet
1980 pagine 68